Il teak è uno dei beni più commerciati a livello globale, ma è anche una specie ad alto rischio a causa delle numerose segnalazioni di disboscamento e commercio illegali. In particolare, il commercio del teak birmano è considerato illegale in molti Paesi; nonostante ciò, alcune aziende continuano a venderlo e acquistarlo, talvolta celandone di proposito la vera origine, dato che in Myanmar non esistono foreste di teak certificate FSC.

Quella in questione non è la prima verifica di questo genere che coinvolge le filiere di Tectona grandis: in precedenza, FSC e ASI avevano già condotto cicli di verifica su specie di legname di alto valore e i  risultati avevano messo in luce potenziali rischi per l'integrità nella distinzione tra teak certificato FSC e non certificato all'interno delle catene di fornitura.

I risultati del ciclo di verifica condotto nel 2022 hanno inoltre evidenziato che alcune organizzazioni certificate FSC, pur trattando prodotti in teak certificato, commercializzano anche teak birmano non certificato, al di fuori del loro scopo di certificazione. Questo ha sollevato preoccupazioni circa la possibilità che le catene di fornitura di questa specie possano essere contaminate da materiale non certificato, e quindi di provenienza dubbia.

Le nuove verifiche partono quindi da quanto emerso precedentemente e in base ad accuse di potenziali false dichiarazioni sul teak certificato FSC registrate da ASI nel 2024. I Paesi coinvolti includono: 

 

  • Costa Rica, Messico, Nicaragua, Panama, Ecuador, Stati Uniti (USA)
  • Thailandia, India, Singapore, Taiwan
  • Danimarca, Italia

Risultano 627 le organizzazioni certificate selezionate per presentare i dati delle transazioni tra il 1 Gennaio 2024 e il 31 Dicembre 2024; queste informazioni dovranno essere inviate agli Enti di Certificazione entro il 25 Aprile 2025 per permettere di esaminare le catene di fornitura di tutti i tipi di prodotti in teak certificati FSC.

Sulla base delle analisi del precedente ciclo di verifica sul teak, questa indagine si concentrerà sui mercati in cui il teak birmano è presumibilmente più commercializzato. FSC sta esaminando ulteriormente la catena di fornitura del teak certificato per assicurarsi che rimanga esente da rischi legati al disboscamento e al commercio illegali, nonché alla violazione di diritti umani e dei lavoratori. Una volta raccolti i dati delle transazioni dalle organizzazioni certificate, ASI procederà con l’analisi per individuare potenziali discrepanze nei volumi di vendita e acquisto del teak certificato FSC lungo la catena di fornitura. I risultati preliminari della prima fase del ciclo di verifica sono attesi per la seconda metà del 2025.
 
FSC raccomanda infogni caso alle organizzazioni certificate che riportano il teak nel proprio scopo di certificazione di applicare una Dovuta Diligenza supplementare nella selezione dei fornitori e di seguire le regole di FSC per garantire che i prodotti di teak acquistati siano legali e rientrino nello scopo di validità del certificato FSC dell’azienda.