Sono scenari interessanti, pur con qualche incognita, quelli che emergono dalle stime preconsuntive contenute nel Report ItaliaImballaggio 2024, secondo cui la produzione di packaging in Italia nel 2024 ha registrato un aumento dell’1,6% rispetto al 2023, con un +1,5% per quanto riguarda il fatturato. Numeri incoraggianti che però non riescono a togliere il segno meno alla bilancia commerciale, che continua a registrare importazioni superiori alle esportazioni. 

L’andamento del packaging è strettamente legato a quello dell’industria manifatturiera, nella quale per il 2024 si sono riscontrate ottime performance nei settori cosmetico (+10%, spinto soprattutto dalle esportazioni), farmaceutico e del largo consumo (+4%) e nel food&beverage (con un’espansione più contenuta, intorno allo 0,8%). Per quanto riguarda i materiali, la plastica si conferma ancora in testa (con stime del +3,5%), seguita a stretto giro da carta e cartone (+3%), segnale di una maggiore attenzione al tema della sostenibilità. Anche il legno mostra un modesto recupero (intorno al +0,8%), trainato dal settore della logistica. Infine, le previsioni per alluminio, imballaggi flessibili, acciaio e vetro indicano performance rispettivamente del +4%, +3,5%, +1% e -1%. 

Accanto alla crescita di produzione emerge un altro dato positivo: si rafforza l’impegno verso la sostenibilità. Il 2024 ha segnato infatti un nuovo traguardo per la certificazione FSC della Catena di Custodia in Italia, con un incremento del 6,2% rispetto all’anno precedente: sono attivi 3.733 certificati, che coinvolgono oltre 4.800 siti produttivi. In questo contesto, il settore del packaging conferma la propria posizione dominante nel mercato di prodotti forestali certificati FSC, con 1.443 certificazioni.  

L’espansione della certificazione riguarda anche il numero crescente di aziende che scelgono di utilizzare il marchio FSC, in particolare quelle attive nella produzione di imballaggi in carta o legno. Questa tendenza riflette un interesse sempre più marcato per materiali provenienti da foreste gestite in modo responsabile: la certificazione appare quindi come una leva strategica, in grado di garantire filiere trasparenti e un valore percepito sempre maggiore per stakeholder e consumatori responsabili e attenti alla sostenibilità dei loro acquisti.