Quando Rogers Kutesa si è trasferito nel villaggio di Kyabajojo, nel distretto di Kyankwanzi - Uganda centrale, stava cercando un terreno dove poter coltivare e far pascolare il suo bestiame. La terra che aveva appena lasciato era poco produttiva e frammentata, e aveva dovuto faticare molto per guadagnarsi da vivere. Nonostante le grandi speranze, la situazione nel nuovo villaggio non si è rivelata molto differente, finché Rogers non si è imbattuto in un’azienda forestale certificata FSC, Global Woods.
Nel 2012, l’azienda ha dato a Rogers letame per le sue piantagioni di caffè e banane e una mucca che forniva latte alla sua famiglia: la mucca ha dato alla luce un vitello che Rogers ha chiamato Kent. Rogers ha poi deciso di vendere la mucca a un’altra famiglia che aveva bisogno di entrate aggiuntive e di tenere Kent per sé. Rogers e gli altri agricoltori della zona hanno poi firmato un accordo con Global Woods per proteggere la riserva forestale di Kikonda, un’area di 12.186 ettari che circonda Kyabajojo.
Questi progressi non sono avvenuti dall’oggi al domani: quando Global Woods ha ricevuto dallo Stato ugandese la concessione, si è trovata di fronte a una enorme sfida: qui infatti i terreni non sono chiaramente delimitati e di conseguenza le proprietà non sono sempre rigorosamente rispettate. Global Woods si è impegnata a collaborare con le famiglie che vivono nei dintorni della concessione; questo confronto ha confermato la necessità della comunità di utilizzare la risorsa forestale per il proprio sostentamento.
L’azienda è quindi intervenuta per aiutare gli agricoltori locali a trovare una soluzione alternativa, investendo in comunità e persone come Rogers, istituendo un programma di responsabilità aziendale che contribuisce alla costruzione di mezzi di sussistenza per allevatori e coltivatori, la maggior parte dei quali in precedenza aveva invaso la riserva di Kikonda. Oggi, 1.012 coltivatori e 367 allevatori di bestiame in queste aree sono supportati da Global Woods nel miglioramento della fertilità della propria terra, della produzione e della gestione dei raccolti.
Fred Muwalampya era tra coloro che utilizzavano illegalmente la riserva forestale di Kikonda: “So che non è permesso piantare nella foresta” dice “ma ho comunque dovuto correre il rischio”. Tutto è cambiato nel 2012, quando ha iniziato a lavorare con Global Woods:“Ho imparato che il suolo del mio piccolo appezzamento può essere ricco e fertile come quello che si trova nella foresta: basta prendersene cura rimuovendo le erbacce, usando la pacciamatura e il letame”. Fred ora ottiene 2,8 tonnellate di mais per acro a stagione e impiega altre 10 persone nella raccolta; sta inoltre acquistando bestiame per diversificare le entrate. I profitti derivanti dal suo raccolto hanno già ripagato il prestito concesso da Global Wood, utilizzato per costruire un silos per lo stoccaggio del mais.
L’azienda ha finora formato 6.000 lavoratori e 3.000 ragazzi dei villaggi vicini in attività di conservazione ambientale e silvicoltura sostenibile. La certificazione FSC è centrale in questo approccio: il Principio 4 ad esempio richiede alle aziende certificate di contribuire al mantenimento o al miglioramento del benessere sociale ed economico delle comunità con cui entrano in contatto. “Abbiamo dovuto adattarci a questo ambiente”, afferma John Mary Kisembo, responsabile della sostenibilità di Global Woods, “È attraverso i nostri processi di responsabilità sociale e di gestione aziendale - strutturati intorno a Principi e Criteri FSC - che siamo in grado di affrontare le sfide del territorio e operare in accordo con tutti i portatori di interesse. Se avessimo scelto un’altra strada, la situazione oggi forse sarebbe più problematica - e di sicuro non avremmo ancora questa foresta”.
