Nel cuore di Bosco Limite (PD), Sara Belpinati è alle prese con una padella di popcorn. Accanto a lei Giulio, due anni, è in piedi con l'impermeabile. A pochi passi di distanza, una tettoia di legno offre loro un posto per sfuggire alla pioggia, giocare e imparare. Sara è un'educatrice didattica di Raìse, un asilo forestale dove le lezioni sono dettate dagli eventi naturali che si possono osservare tra gli alberi. “Una delle domande più frequenti che riceviamo dai genitori è: 'E quando piove?'", dice Sara. "La scuola continua, naturalmente, sia con il sole che con la pioggia. Ai bambini non dispiace sporcarsi di fango e bagnarsi, e una foresta sotto la pioggia offre molte opportunità di apprendimento".

Sara Belpinati di Raìse

Se questa scuola esiste, è anche grazie a Lucio Brotto, un gestore forestale che ha trasformato un terreno agricolo in una giovane foresta di pianura. Da allora il suo obiettivo è stato quello di continuare a far crescere questa piccola oasi di verde, e ci è riuscito. Nel farlo, ha anche trasformato Bosco Limite in un deposito d'acqua: un'intricata rete di canali ora rifornisce le comunità vicine di acqua durante la carenza idrica estiva. In inverno, gli stessi canali nutrono le radici della foresta, mantenendo il terreno umido.  

Bosco Limite ha trovato così un equilibrio tra protezione dell'area forestale e sostegno economico: la ricarica della falda acquifera genera fondi che aiutano Lucio a mantenere e far crescere il bosco.

 

Bosco della Partecipanza di Trino

In un altro angolo tranquillo della Pianura Padana, una comunità protegge il Bosco delle Sorti della Partecipanza (VC) da 800 anni. Lo ha fatto gestendo secondo un antico schema la raccolta del legname tra i suoi comproprietari. Ivano Ferrarotti, il capo della comunità, ci accompagna nella storia del loro “bosco generazionale”, un luogo così intrecciato con la vita degli abitanti del luogo da essere sentito come parte delle loro stesse famiglie.

Apre un libro rilegato in pelle e fa scorrere un dito sulla pagina: “Ferrarotti, Ferrarotti, Ferrarotti”, dice, leggendo ad alta voce un elenco di cognomi di membri. Ci sono oltre 200 Ferrarotti, testimonianza di quanto la gestione di questa foresta col tempo sia passata di generazione in generazione.

Gabriele Ceresatto attraversa il Bosco delle Lame (VE) in bicicletta, seguendo i sentieri all'ombra degli alberi. Con i suoi compagni di pedalate, trova in questi boschi il luogo perfetto per sfogare la sua passione, per rinsaldare il legame con la natura e recuperare un senso di pace. Questo è possibile solo dagli anni '90. Prima il bosco non esisteva ancora: a spiegarci la sua evoluzione nel tempo ci pensa Roberto Rasera, di professione tecnico forestale. "Può sembrare che piccoli lembi di foresta ricostituita possano fare poco in questo senso. In realtà, sono estremamente importanti, perché riportano in vita ecosistemi scomparsi in aree dove c'è stata una semplificazione estrema in termini di biodiversità" dice Roberto.

Roberto Rasera al Bosco delle Lame

Cinque persone, ognuna impegnata in attività diverse, ma che fanno parte dello stesso quadro. I boschi della Pianura Padana sono una risorsa preziosa per le persone e le comunità che li abitano e ne beneficiano quotidianamente. Queste oasi verdi hanno bisogno di essere protette e valorizzate.

Il racconto interattivo Un racconto di tre foreste: oasi verdi nella Pianura Padana guida i lettori attraverso la geografia del nord Italia, la sua storia e i servizi ecosistemici essenziali che le foreste forniscono.