I risultati della prima fase indicano la possibilità di rischi per l'integrità nelle catene di approvvigionamento del teak certificato: l'analisi dei dati delle transazioni presentati dalle organizzazioni certificate mostra infatti che il legname non certificato potrebbe entrare nelle catene di approvvigionamento del teak.

L'anno scorso, ASI ha raccolto i dati delle transazioni per il periodo Gennaio-Dicembre 2021 da 511 organizzazioni che hanno il teak (Tectona grandis) nello scopo di certificazione. Il ciclo di verifica traccia l'intera catena di approvvigionamento, a partire dal legname raccolto dalle unità di gestione forestale certificate fino ai prodotti finali - come pavimenti, impiallacciature e mobili per esterni - venduti ai consumatori.

Alcuni dei principali risultati dell'analisi dei dati includono una mappatura della filiera di teak, dalla foresta al consumatore, che dimostra che:

  • la maggior parte delle unità di gestione forestale certificate che raccolgono e vendono teak si trova in America Latina e in Indonesia;
  • le aziende di trasformazione certificate si trovano in Vietnam, Cina, Costa Rica e Indonesia;
  • Paesi europei come la Danimarca, la Germania e l'Italia sono i principali acquirenti dei prodotti finiti sottoposti a questo ciclo di verifica (mobili per esterni, tavole e legno per l'edilizia);
  • non ci sono unità di gestione forestale certificate FSC che vendono teak dal Myanmar e nessuna delle organizzazioni certificate nell'ambito di questo ciclo di verifica ha segnalato acquisti di teak da quel paese.

I potenziali rischi per l'integrità identificati in questa fase includono fattori come:

  • solo circa la metà delle unità di gestione forestale che partecipano a questo ciclo di verifica ha dichiarato le proprie vendite. Altre in America Latina, Asia del Pacifico e Africa non hanno dichiarato vendite di teak certificato per l'anno in esame. I risultati preliminari del ciclo di verifica mostrano che il volume di teak acquistato dalle organizzazioni certificate di Catena di Custodia è maggiore del volume di teak venduto dalle unità di gestione forestale. Questo potenziale disallineamento dei volumi rappresenta un rischio per l'integrità della catena di approvvigionamento di teak certificato FSC;
  • diverse catene di approvvigionamento che terminano in Europa non hanno potuto essere ricondotte alla foresta originaria da cui proveniva il legname. Inoltre, secondo quanto riferito, alcune organizzazioni certificate che non hanno il teak nel loro campo di applicazione hanno effettuato transazioni con questa specie.

FSC sta lavorando per ottenere maggiori informazioni e prove di effettive violazioni dei requisiti, mentre ASI indagherà ulteriormente sul potenziale disallineamento dei volumi individuato e su altre catene di approvvigionamento a rischio nell'ambito della seconda fase di questo ciclo di verifica. Si raccomanda alle organizzazioni certificate di applicare un'ulteriore due diligence nella selezione dei fornitori di teak e di seguire le regole di FSC per garantire che i prodotti di teak acquistati siano legittimi e rientrino nell'ambito del certificato FSC del venditore. a questo proposito, il quadro normativo di riferimento di FSC contiene disposizioni per le azioni che FSC può intraprendere contro le aziende che producono false dichiarazioni: le false dichiarazioni identificate possono portare FSC a bloccare l'azienda dal sistema FSC per un periodo specifico. Un'azienda bloccata non può più fare dichiarazioni FSC sui propri prodotti, non può utilizzare il marchio FSC e né richiedere la certificazione FSC per tutta la durata del blocco.

Per saperne di più sulle false dichiarazioni e sul blocco, è possibile leggere questo articolo. In questo comunicato stampa, FSC riporta invece le motivazioni alla base del lancio di questo ciclo di verifica delle transazioni.