L’Indonesia ha la più grande economia nel sud-est asiatico e si sta sviluppando rapidamente: secondo un rapporto della Banca Mondiale del 2018, un indonesiano su cinque ora appartiene alla classe media. Con lo sviluppo è arrivata la migrazione interna verso le città e così molti abitanti dei villaggi, soprattutto giovani, hanno deciso di spostarsi in centri più grandi come Giacarta. Piccoli centri, come quello di Kulon Progo, nel sud di Giava, stanno via via scomparendo e, con loro, la gestione comunitaria delle foreste.
Le cose hanno cominciato a cambiare per gli abitanti di Kulon Progo nel 2007, quando è stata fondata la Cooperativa Koperasi Wana Lestari Menoreh (KWLM), certificata FSC dal 2011, tra le realtà che lavorano con SOBI, una start-up che collega i piccoli proprietari al mercato attraverso tre strategie: gestione delle risorse naturali basata sull’IT, aggregazione nell’accesso al mercato e alla certificazione ed empowerment della comunità.
Matt Saragih, amministratore delegato della SOBI, abbreviazione di “Sosial Bisnis Indonesia”, conferma “Molto legno, come il mogano e il teak, proviene da foreste comunitarie gestite in modo sostenibile, e non dalle grandi concessioni. L’approvvigionamento da queste realtà, per quanto sostenibile, può diventare però un incubo logistico per le aziende”: immaginate di essere il buyer di un’azienda e di dover procurare 1.000 metri cubi di legno, ma ogni villaggio può fornire solo 100 metri cubi. Ciò significa dover contattare ed interagire con 10 o più villaggi separatamente; un processo molto costoso, e che alla lunga può portare le aziende a preferire canali più veloci, ma meno attenti allo sviluppo locale e alla protezione delle aree forestali.
L’obiettivo di Saragih è quello di sviluppare un modello di business sostenibile e autosufficiente. È qui che entra in gioco SOBI: l’azienda usa la tecnologia per costruire un inventario delle aree forestali; attraverso un’app, i membri delle cooperative dei villaggi “taggano” gli alberi pronti per la raccolta, includendo informazioni dettagliate come la specie e il diametro. Poiché il database funziona in tempo reale, SOBI in qualsiasi momento è in grado di fornire una panoramica della quantità di legno che le comunità sono in grado di fornire.
L’azienda di Sarigih e le cooperative lavorano insieme sulla base di una partnership di partecipazione agli utili, mentre SOBI funge da manager del gruppo per le foreste della comunità, prendendosi in carico tutte le attività logistiche e amministrative (comprese quelle associate alla certificazione FSC), di marketing e di sviluppo del business. “Abbiamo scelto la certificazione FSC per il nostro legname perché c'è una reale richiesta”, afferma Saragih. “Certo, ci sono altri schemi di certificazione forestale, ma poiché la domanda per questi ultimi è minima o nulla, non possono diventare per noi modelli di riferimento”.
“In media, i membri della cooperativa ottengono il 25-30% in più di profitto rispetto ai non membri, perché non devono pagare la quota di intermediazione”, afferma Bernardus Sad Windratmo, a capo di KWLM. “Dopo aver ottenuto la certificazione FSC, vendiamo carichi di materiale e non più singoli tronchi, riuscendo a strappare un prezzo più giusto”.
Per entrare a far parte della cooperativa, ogni proprietario paga 5.000 Rupie (0,3 USD) al mese ed è obbligato a rispettare gli standard di gestione forestale FSC. Una squadra di operatori professionali viene addestrata per aiutare queste persone a raccogliere e trasportare i tronchi: una pratica decisamente più sicura, considerato l’alto tasso di incidenti legato al settore. Secondo i dati forniti dalle cooperative, nel 2010 si contavano circa 16.000 ettari di bosco comunitario; nel 2019 questo è aumentato a 22.000 ettari.
Heri Susanto è un agricoltore e responsabile della prima lavorazione del legname per SOBI nel suo villaggio. “Qui siamo tutti contadini e gestori forestali”, afferma Susanto. “Anche se le giovani generazioni decidono di trasferirsi in città, alla fine tornano sempre. È per questo che dobbiamo creare opportunità locali”. E la raccolta e vendita di legname, combinata con l’agricoltura locale, forniscono un valido motivo - e un’entrata economica dignitosa - a chi altrimenti sarebbe spinto a migrare.
SOBI sta attualmente lavorando con due cooperative: la speranza è che questo numero, supportato dai buoni risultati ottenuti, cresca fino a dieci entro la fine del 2020. Senza dubbio, questa esperienza dimostra come i principi di gestione forestale FSC possano essere utilizzati come strumento affidabile per collegare domanda e offerta, ma anche come leva per aumentare la prosperità delle piccole comunità, da sempre in prima linea nella salvaguardia delle aree forestali dell’Indonesia e di molte altre parti del mondo.
