
La Commissione Europea ha dichiarato in un comunicato di “accogliere con favore” l’accordo, sostenendo che, una volta finalizzata la sua adozione, sarà “un contributo fondamentale al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050” e che aumenterà “la preparazione e la resilienza dell’Europa agli effetti del cambiamento climatico”.
“Possiamo essere orgogliosi di questo risultato storico, che definisce regole ambiziose e praticabili per tutti”, ha dichiarato Pascal Canfin, capo della commissione ambiente del Parlamento EU. Non tutti però sono concordi sul testo legislativo e alcune critiche riguardano punti dell'accordo che sarebbero stati annacquati, aprendo ad una eccessiva flessibilità per quanto riguarda gli obblighi degli Stati membri.
Come infatti ha dichiarato Ioannis Agapakis, avvocato specializzato in conservazione della natura "finalmente abbiamo una legge tanto necessaria che, in teoria, costringerebbe l'UE a intraprendere azioni concrete per ripristinare le aree naturali. Tuttavia […] numerose esenzioni e la mancanza di garanzie legali hanno creato un precedente molto preoccupante", ha aggiunto.
We just we reached an agreement with the Council on the first law aimed at restoring Nature in Europe. We can be proud of this historic result setting ambitious and workable rules for all
— Pascal Canfin (@pcanfin) November 9, 2023
La Commissione aveva proposto il testo un anno fa, ma negli ultimi mesi una feroce discussione ha rischiato di farlo naufragare. Secondo il PPE, la più grande formazione del Parlamento apertamente critica verso la versione originale del documento, la proposta di legge minaccerebbe i tradizionali mezzi di sostentamento degli agricoltori e dei pescatori europei, interromperebbe catene di approvvigionamento consolidate da tempo, diminuirebbe la produzione alimentare, farebbe aumentare i prezzi per i consumatori e addirittura cancellerebbe le aree urbane per far posto a spazi verdi.
Il regolamento approvato deve ora essere formalmente adottato dal Parlamento e dagli Stati membri, ed entrerà ufficialmente in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. I 27 Stati membri avranno poi due anni di tempo per presentare un primo piano di ripristino, che delinei le esigenze e le misure da adottare, nonché un calendario chiaro di azioni.
Ma l'adozione finale da parte del Parlamento potrebbe non essere così scontata: quest’estate, infatti il testo è stato bocciato dalla commissione ambiente a causa dell'opposizione del PPE. Chiara Martinelli, Direttrice di Climate Action Network (CAN) Europe, ha descritto l'imminente voto della commissione parlamentare, previsto per la fine del mese, come "il più grande ostacolo da superare" per l'adozione della legge. "Chiediamo agli eurodeputati di votare per l'approvazione dell'accordo, in modo che gli Stati membri possano immediatamente invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi europei e affrontare congiuntamente le crisi del clima e della biodiversità", ha aggiunto.