Li avete incontrati sicuramente in uno dei prodotti in legno o carta che avete acquistato recentemente: si tratta del logo checkmark-and-tree (l’alberello con la spunta) o del brand Forests For All Forever, presenti su milioni di confezioni, cataloghi e volantini a conferma dell’origine responsabile della materia prima legnosa impiegata. Assieme all’acronimo 'FSC' e al nome esteso 'Forest Stewardship Council' fanno parte dei marchi registrati di proprietà dell’Associazione, e in quanto tali il loro uso è disciplinato, protetto e costantemente monitorato.
Oltre che alle aziende certificate, che hanno la possibilità di comunicare l’impegno verso la salvaguardia delle foreste e l’uso di materia prima da gestione forestale responsabile per la realizzazione dei loro prodotti finiti, l’uso dei marchi del Forest Stewardship Council può essere esteso anche ai cosiddetti Non-Certificate Holders (NCH), ovvero tutte le organizzazioni che, pur non essendo tenute a certificarsi, intendono vendere, promuovere o consigliare i prodotti certificati secondo gli standard FSC. Rientrano in questa categoria soggetti come distributori della GDO, rivenditori al dettaglio, imprese che utilizzano prodotti finiti certificati, scrittori o divulgatori, e che abbiano sottoscritto con un ufficio nazionale di FSC regolare accordo di licenza d’uso dei marchi (Promotional License Agreement, PLA).
Come si è visto anche nel recente Report 2021 sulla certificazione FSC in Italia, sono sempre di più le aziende nel nostro Paese che decidono di usufruire della licenza a scopo promozionale dei marchi FSC tramite il Promotional License Agreement: al 31/12/2021 si registrano infatti 111 contratti siglati, con un aumento del 32% rispetto all’anno precedente. Tra i settori più attivi, troviamo quelli del food and beverage, retail e cosmesi/parafarmaceutica, che sommati rappresentano il 59% del totale e che utilizzano i marchi promozionali FSC su packaging, sito internet, social network, volantini, cataloghi e brochure.
Vale la pena citare, a questo proposito, la collaborazione instaurata tra l’ufficio italiano del Forest Stewardship Council e player dell’agroalimentare come Italia Zuccheri, Colussi (brand Misura, Agnesi e Vialetto), La linea verde, (con il brand di ortofrutta, primi piatti e bevande freschi Dimmi di sì), Grandi Salumifici Italiani (con salumi e formaggi di Casa Modena e Parmareggio), Compagnia Surgelati Italiana (per i prodotti della linea Capitan Findus), Germinal Italia (linea Germinal Bio), Frosta (con la linea di prodotti La Valle degli Orti), Molino Casillo, Da Re (I Bibanesi), Casalasco Soc. Agr. (con il brand Pomì). Nel settore retail troviamo invece Alì Supermercati (116 punti vendita), Luisa Via Roma (2 punti vendita, più canale e-commerce), Unes Maxi (oltre 200 punti vendita tra Lombardia, Piemonte e Emilia-Romagna), Eurospin (1.150 punti vendita sul territorio nazionale), Metro Italia Cash and Carry (49 punti vendita). Per quanto riguarda la cosmesi e la parafarmacia, le licenze attivate interessano realtà rinomate come L’Erbolario, Pupa, Istituto Ganassini (brand Bioclin), Prodeco Pharma, Antica Erboristeria, Biofficina Toscana, Equilibra, Bios Line.
Interessanti infine i nuovi trend registrati, che riguardano l’interesse alla promozione di prodotti certificati FSC nel settore fashion (Diesel e Diadora) o al supporto a foreste certificate FSC dove sono stati verificati i Servizi Ecosistemici con le attività di Pasta Sgambaro, Levico Acque e Barilla (brand Grancereale).
In totale sono 1.498 le licenze di uso promozionale del marchio FSC attive a livello mondiale (+17% su dati 2020) e che vedono interessati più di 60 Paesi; 290 di queste sono di tipo internazionale, e coprono quindi due o più mercati.
Anche qui i settori maggiormente coinvolti sono il retail e il food and beverage, con i casi di Maisons du Monde, Otto Group, OBI, JYSK A/S, Aldi, Lidl, Staples o El Corte Inglés. Nel comparto cosmetico/farmaceutico e fashion spiccano i nomi di grandi brand come L’Oréal, Chanel, Bulgari, L’Occitane, Shiseido, Hugo Boss e Beiersdorf, Patagonia, Decathlon, Adidas, Puma, mentre altre categorie di soggetti licenziatari del marchio fanno parte del settore della comunicazione, dell’elettronica, dell’energia, del terzo settore e delle associazioni ambientaliste.
