
Negli ultimi 3 anni la Namibia, un paese vasto ma scarsamente popolato in cui l'agricoltura è la seconda occupazione più comune dopo l'estrazione mineraria, ha assistito a una serie di periodi di siccità. Il bestiame e l'allevamento del bestiame sono le principali fonti di reddito agricolo, ma a causa di terreni sempre più ridi è diventato difficile per gli agricoltori trovare pascoli e acqua per il bestiame.
Per questo alcuni di loro hanno imparato a diversificare le loro attività, e durante la stagione secca producono carbone. Uno di loro, Gideon Kondjeni, possiede la fattoria Swerwerstroom: una distesa di 6.000 ettari utilizzata principalmente per il pascolo a circa 30 km dalla tranquilla città di Grootfontein, nella Namibia centrale.
Gideon e i suoi lavoratori hanno iniziato a produrre carbone nel 2017, che qui viene prodotto a partire dai cespugli di specie arboree invasive che occupano la savana: a causa della loro rapida diffusione, hanno effetti negativi sugli ecosistemi locali, incidendo negativamente sulla biodiversità, minacciando le specie e assorbendo le già scarse risorse idriche. La squadra di Gideon raccoglie e taglia questi cespugli per bruciarli e trasformarli in carbone.
Quattro mesi fa, Gideon ha deciso di iniziare il processo di certificazione: è entrato a far parte del programma del gruppo CARBO Namibia, che ha già aiutato circa 20 agricoltori a ottenere la certificazione FSC. Oltre a ciò, CARBO Namibia si occupa di vendere direttamente il prodotto, assicurando a Gideon e ai suoi lavoratori un reddito costante.
Frank Detering, il responsabile della certificazione di CARBO Namibia, sta aiutando Gideon e altri agricoltori locali a prepararsi per la loro certificazione FSC. Quando l'auto di Frank entra nella fattoria di Gideon per l'ispezione, la tensione è palpabile: la verifica effettiva non avviene oggi, ma per Gideon è comunque un giorno molto importante.
Dopo aver verificato la mappa della fattoria, Frank chiede di controllare un sito di raccolta: qui Frank si assicura che nessuna delle specie di alberi protetti venga toccata, che i diametri degli alberi raccolti siano a norma e che l’area venga ripulita dal legno morto. Anche l'area di conservazione del carbone viene compresa in questa ispezione, in quanto fauna e flora sono monitorate e studiate.
A pochi metri di distanza due forni e qualche mucchio di carbone già bruciato. Frank esamina il carbone prodotto per verificare le dimensioni dei pezzi e il loro colore: getta un pezzo sul mucchio, che emette un suono squillante. Questa è la prova che è carbone di buona qualità. Dopo questa prima ispezione, il gruppo torna alla base, dove vengono visitati gli alloggi degli operai: la certificazione richiede che ai lavoratori siano forniti un alloggio dignitoso con accesso all'acqua e ai servizi igienici.
Otto operai seduti all'ombra di un albero di Marula seguono ora il training di Frank. Alcuni di loro sono assenti, in congedo o non sono rientrati: anche se la raccolta del carbone è considerata un buon lavoro, Gideon fatica a trovare lavoratori permanenti poiché la maggior parte di loro sono migranti e non sempre tornano. Per questo la formazione del personale è abbastanza frequente.
Su un piccolo tavolo di plastica Frank mostra le specie di alberi che possono essere raccolte e quelle che invece, protette, non possono essere toccate; descrive in dettaglio l'equipaggiamento di sicurezza che ogni lavoratore deve indossare, e fornisce informazioni utili sugli animali che popolano l’area, che non possono essere disturbati, feriti o uccisi. Gideon e Frank poi si siedono ad un tavolo e per due ore circa passano in rassegna i libri contabili, i permessi e tutta la documentazione necessaria.
A fine giornata, Gideon si sente ottimista sulla convalida della sua certificazione FSC, grazie alla quale potrà vendere tutto il carbone ricavato: la domanda per questo tipo di prodotto è in forte aumento in Europa, e il fatto che sia ricavato rispettando l’ambiente, le comunità e gli animali che popolano queste zone è un plus e un vantaggio che rendono Gideon felice del proprio lavoro.