Dopo aver dichiarato ufficialmente l’emergenza climatica a Novembre 2019, il 15 Gennaio 2020 il Parlamento europeo ha votato a favore del Green Deal, un insieme di iniziative politiche proposte con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050 e definito dalla Presidente della Commissione, Ursula Von per Leyen, come "lo sbarco sulla luna dell’uomo”. Tra i punti del programma, il Parlamento europeo ha inserito la gestione sostenibile delle foreste, riconoscendo il ruolo essenziale di queste ultime nell'assorbimento e nella compensazione delle emissioni di carbonio
Il rallentamento delle attività economiche dovuto alla pandemia di COVID-19 ha sicuramente portato alcuni benefici, tra cui la riduzione delle emissioni di CO2 di privati e industrie, ma ha altrettanto indebolito i Paesi europei, che si trovano ora a dover fronteggiare una fase di recessione. Ecco perché al Piano originale è stato aggiunto il Next Generation EU, un pacchetto di stimoli dal valore di 750 miliardi di euro.
Come riportato nello studio di Eco-Media, questa brusca frenata si è riscontrata anche in parte della stampa e dei media, che hanno dato moltissimo spazio alla crisi sanitaria a scapito dei temi ambientali nonostante molti studi (tra cui uno di WWF Italia) abbiano messo in relazione l’insorgere di nuove pandemie con la perdita di biodiversità e la deforestazione. In un arco di quattro mesi, l’indagine ha filtrato e analizzato la ricorrenza di alcuni termini chiave all’interno di telegiornali, testate web e social. Così, se ad esempio il Corriere della Sera si attesta sopra la media rilevata per contenuti e keyword ‘ambientali’, altri giornali e testate si sono dimostrati sensibili ai temi green solo se inseriti all’interno di alcuni contesti come quello economico o politico. Tra i tg nazionali, quello di Rai 1 dimostra un’attenzione maggiore alla sostenibilità. Interessante il caso del tg di LA7: qui solo il 3,5% delle keyword è riferibile a questioni ambientali contro il 96,5% relativo alla pandemia.
Un focus particolare poi arriva dal mondo dei social che, se da una parte conferma la propria potenza nel diffondere messaggi e contenuti, è allo stesso modo esposto alla virulenza di notizie potenzialmente false o parziali - un fatto molto pericoloso, soprattutto quando si tratta di temi delicati come quello del climate change. Allo stesso tempo - si legge nel report - sono nate molte piattaforme dedicate ai temi ambientali, che continuano a crescere costantemente fornendo basi scientifiche e spunti di riflessione.
Dal Rapporto “L’informazione ambientale in Italia” emerge dunque una riduzione sensibile dello spazio riservato a tematiche ‘altre’ rispetto alla pandemia, e in particolare a quelle ambientali. Come ha affermato il Direttore del Rapporto, Massimiliano Pontillo, “doveva essere l’anno della svolta green per arrestare la crisi climatica, ma la pandemia globale ha ridisegnato le priorità […] il volto di Greta e il Green New Deal europeo hanno lasciato spazio a bollettini, mappe e curve epidemiologiche”.
