Mozhga, Russia centro-occidentale: Tatyana Antonova, cinquantasette anni, è stata direttrice di una discoteca, capo turno e guardia di sicurezza: anche se il periodo di lavoro in discoteca è stato il più divertente, sono stati gli ultimi due lavori - entrambi alla Red Star - che l’hanno aiutata a costruire una casa e creare una famiglia.

Nel 1984, all’età di 22 anni, Antonova si trasferì a Mozhga con suo marito cercando un lavoro che potesse fornire loro i mezzi per comprare una casa. Trentacinque anni dopo, può finalmente dire di aver trovato la sua stabilità. “Mio marito è stato tragicamente ucciso nel 1999 e io sono rimasta sola con due bambini. Il mio lavoro in azienda mi ha aiutato a pagare le spese del funerale di mio marito, a istruire i miei figli e ad acquistare un altro appartamento. Senza questo supporto, sarebbe stato tutto molto più difficile” ha detto. “Questa è la mia vita. Ecco perché anche dopo essermi ritirata dall’azienda come capo turno, ho fatto domanda per un lavoro in un’altra area e sono tornata come guardia”.

Antonova è una delle tante donne che lavorano alla Red Star, realtà certificata FSC specializzata nella produzione di mobili per bambini e giocattoli educativi in legno situata a circa 1.250 km a est di Mosca, nella repubblica autonoma dell'Udmurtia. Le donne qui rappresentano circa il 45% su un totale di quasi 700 dipendenti.

Il settore forestale, tra i più pericolosi e duri al mondo, è tipicamente dominato dagli uomini; Red Star ha tuttavia deciso di voler andare contro corrente, e di favorire la presenza delle donne in questo ambito. Il suo Direttore Generale, Rashit Abashev, è del parere che l’efficienza in un sistema sia determinata dall’equilibrio: “Non c’è dubbio: le donne hanno un modo diverso di fare e di guardare le cose, ed è un peccato che si debba ancora affrontare il tema del gender balance in alcuni ambienti di lavoro. La parità genere dovrebbe essere invece qualcosa di assolutamente normale” dice.

Alla Red Star l’eguaglianza viene declinata in molti aspetti: il signor Abashev ha anche reintrodotto la spartizione delle azioni dell’azienda tra i dipendenti, un modello interrotto nel 1963 e in seguito ripristinato nel 1991, proprio quando Abashev è diventato il direttore generale della società.
Grazie a questo approccio, 328 dipendenti, la metà dei quali donne, sono diventati beneficiari della ricchezza prodotta. Non tutti però possono accedere a questo sistema: per diventare azionisti, i dipendenti devono avere una permanenza in azienda di almeno 4 anni, impegnarsi nello sviluppo professionale e personale, ed essere partecipanti attivi alle attività comuni.

La signora Antonova ha potuto utilizzare parte di questi soldi per acquistare un appartamento, mentre la collega Svetlana Mymrina ha intenzione di vendere le sue azioni quando andrà in pensione e usare i soldi per riparare la propria casa: “ogni anno in più alla Red Star significa un maggior numero di azioni. Questo sistema fornisce più stabilità alle nostre vite, ed è molto insolito in un’azienda privata come la nostra”.

Nonostante la percentuale della forza lavoro femminile in Russia sia superiore alla media globale (54,91%), le donne non hanno ancora accesso a 456 tipologie di occupazione in 38 differenti settori.

Alla Red Star però le cose sono diverse: l’attuale consiglio di amministrazione è composto da 6 donne su un totale di 11 membri. Marina Kuzminih, Tatyana Shustova ed Elena Mischikhina sono parte del board: “è un’enorme responsabilità essere nel consiglio di amministrazione e aiutare gli altri membri e il Direttore a prendere decisioni importanti”, confidano. Mischikhina, una veterana con più di 20 anni di esperienza e a capo dell’area prodotti in compensato, paragona l’azienda alla sua seconda casa: “lavoro qui da così tanto tempo che è la Red star è diventata la mia seconda casa. Proprio come in una famiglia, a volte abbiamo differenti visioni e difficoltà, eppure siamo tutti molto coesi” ha detto.