“FSC può giocare un ruolo fondamentale in questa sfida” ha commentato Carstensen “Per assicurare la protezione delle foreste, infatti, dobbiamo approcciarci a questo problema con un ventaglio di soluzioni: alcune di queste zone sono infatti protette; altre sono riservate alle popolazioni indigene; altre ancora vengono invece sfruttate in maniera responsabile secondo i rigorosi standard di FSC. Dobbiamo tenere a mente che sostenere due posizioni estreme come quella di certificare tutte le foreste intatte per uso commerciale da un lato, e applicare rigorosamente la protezione globale di tali zone dall’altro, risulta essere poco fattibile, poco pratico e poco auspicabile”.

Prosegue Kumi Naidoo: “Se continueremo a considerare la necessità di proteggere l’ambiente e i bisogni delle persone come due cose distinte, non avremo vincitori. Solo coniugando questi due aspetti, evidenziando i punti di contatto e assicurandoci di avere una situazione che rispetti ambiente e persone allo stesso tempo, potremo dire di avere fatto dei passi avanti. Secondo questa visione, la vera sfida è capire se gli esseri umani possono trovare un modo di coesistere con la natura in maniera interdipendentee per i secoli a venire".

Gli IFL rappresentano circa il 25% della superficie forestale mondiale e si estendono in 64 Paesi.
La Mozione 65, presentata da Greenpeace e da altre associazioni all’Assemblea Generale di FSC nel 2014 e accolta dalla maggioranza dei membri, richiede a FSC di sviluppare misure specifiche per proteggere gli IFL; in questo modo, a partire dal 2016, il Forest Stewardship Council sarà il primo schema di certificazione ad include gli IFL all’interno dei propri standard di gestione forestale.

Kim Carstensen e Kumi Naidoo saranno presenti al World Forestry Congress.

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