L'umanità intera si trova a un bivio, ed in gioco ci sono non solo le sfide presenti ma anche l’eredità per le generazioni future: la biodiversità sta diminuendo a un ritmo senza precedenti e le pressioni che guidano questo declino stanno subendo un’accelerazione. Di questo passo, è probabile che nessuno degli obiettivi di Aichi, i 5 goal strategici per la difesa e la conservazione della biodiversità definiti nello Strategic Plan for Biodiversity 2011-2020, sarà pienamente raggiunto; ciò rappresenta un grave rallentamento verso obiettivi di sviluppo sostenibile e mina gli sforzi per minimizzare gli effetti del cambiamento climatico.
La pandemia da COVID-19 ha evidenziato la stretta relazione tra persone e natura, ricordandoci le conseguenze che possono derivare dalla perdita e dal degrado degli ecosistemi. Un nuovo approccio alla sostenibilità parte dal presupposto che sono necessarie azioni coraggiose e interdipendenti su una serie di fattori, nessuno dei quali può portare ad effetti positivi e duraturi se affrontato separatamente.
Ma a che punto siamo in un questo lungo cammino? I livelli di raggiungimento dei Target 3, 4, 5 e 7, contenuti nei Goal strategici A (Affrontare le cause alla base della perdita di biodiversità, integrando azioni a livello politico e sociale) e B (Ridurre la pressione diretta sulla biodiversità e promuovere l'uso sostenibile delle risorse) del programma di Aichi sono in larga parte non sufficienti, dice il report, e la loro mancata soddisfazione aumenta la necessità di accelerare gli sforzi. Con riferimento al Target 4, ad esempio, relativo all’implementazione di nuovi sistemi di produzione e consumo sostenibili, si evidenzia come nonostante ci sia una maggiore tendenza all’uso responsabile delle risorse, l’impennata della domanda per beni e servizi faccia rimanere gli impatti ben al di sopra dei limiti ecologici di sicurezza. Inoltre, nonostante il tasso di deforestazione sia rallentato negli ultimi 10 anni, il Target 5 (Ridurre la perdita di habitat naturali e copertura forestale) rimane ancor oggi in gran parte disatteso.
È chiaro quindi che ciascuna delle misure necessarie per raggiungere gli obiettivi del Piano Strategico per la Biodiversità richiede un significativa transizione, secondo un approccio definito “trasformativo”, in un'ampia gamma di aree: tra queste, land and forests; freshwater; fisheries and oceans; agriculture; food systems; cities and infrastructure; climate action e health. Ciascuna di queste aree di transizione implica, in primo luogo, il riconoscimento del valore della biodiversità, e il miglioramento o il ripristino della funzionalità degli ecosistemi da cui dipendono tutti gli aspetti dell'attività umana.
