
Quanto sono belli viali, giardini, parchi e boschi in autunno, quando le foglie si tingono delle tonalità di giallo, arancione, rosso, viola e marrone? Quello del foliage è un evento naturale sempre più atteso e vissuto, in quanto dona un fascino diverso e caldo ai nostri paesaggi. E che genera anche economia: secondo uno studio della University of Vermont, l’offerta turistica legata a colori e foglie che cadono vale un miliardo di dollari solamente negli Stati Uniti.
Eppure ciò cui oggi assistiamo potrebbe non essere sempre lo stesso e - anzi - starebbe già cambiando: la crisi climatica contribuirebbe infatti ad alterare questo processo, influendo su colori e durata del fenomeno. Un ciclo di osservazioni e comparazioni portato avanti dalla Columbia Climate School ha dimostrato che, negli ultimi anni, le foglie degli alberi nello stato di New York stanno tardando a cambiare colore - un effetto sempre più evidente man mano che il clima diventa più caldo.
Il processo con cui le foglie passano dal verde ad un colorato mélange dipende infatti da due fattori: la temperatura e la luce. Quando arriva il freddo e c’è meno luce, gli alberi diminuiscono le loro attività e vanno quasi in letargo. Cessando la produzione di clorofilla, cioè la sostanza che rende le foglie verdi, gli altri pigmenti presenti nella foglia – tra cui xantofille, tannini e caroteni, da cui derivano rispettivamente i colori giallo, marrone e arancio – hanno finalmente la possibilità di uscire e brillare. Più le temperature medie si alzano, più questi processi vengono ritardati.
Stagioni eccezionalmente siccitose - o piovose - possono poi influire sull’intensità del colore: la maggiore o minore presenza di acqua permette infatti all’albero di produrre più o meno zuccheri, che a loro volta si trasformano in cosiddetti antociani, i pigmenti che colorano le foglie.
E per quanto riguarda la caduta delle foglie? Una ricerca pubblicata nel 2020 mostra che, con il riscaldamento del Pianeta, gli alberi decidui nelle foreste temperate europee perdono le foglie prima (i modelli attuali dicono che la senescenza fogliare potrebbe avanzare da 3 a 6 giorni entro la fine del 21° secolo). Ciò porterebbe di riflesso ad un minor capacità di assorbimento della CO2 da parte degli alberi.