Alzi la mano chi non ama gli alberi. Davvero pochi; anzi nessuno.
Gli alberi sono delle incredibili risorse e non è certo durante la Giornata Nazionale degli Alberi che ce ne accorgiamo. Ogni giorno utilizziamo fogli di carta per prendere appunti o per disegnare, seduti ad una scrivania di legno o lamellare, mentre dalla stufa un caldo tepore ci aiuta ad affrontare il freddo invernale. E tutto questo grazie agli alberi.

Chiudiamo finestre, calpestiamo pavimenti; inviamo cartoline, incartiamo regali, conserviamo latte e alimenti; stampiamo, decoriamo, leggiamo; possiamo respirare aria fresca, avere acqua pulita e falde acquifere piene, scongiurare inondazioni e frane. E anche questo grazie agli alberi.

Fortunatamente l’Italia ha visto una crescita costante del suo patrimonio forestale dal secondo dopoguerra ad oggi: le aree boscate coprono attualmente il 31% del territorio nazionale, per un totale di circa 11 milioni di ha e 12 miliardi di alberi, con un tasso annuo di crescita dello 0,5%. E questo, a prima vista, è un’ottima notizia.

Ma se andiamo un po’ più a fondo e guardiamo le statistiche, scopriamo che il principale motivo di questa avanzata degli alberi in Italia è da imputare non tanto alla gestione virtuosa del patrimonio verde, quanto all’abbandono di territori collinari e montani: borghi, piccoli paesi e pascoli che si svuotano e che vengono letteralmente inghiottiti da piante e alberi. E qui qualcuno potrebbe dire “È una cosa positiva! In questo modo si compensano le pratiche di cementificazione selvaggia che stanno distruggendo la Penisola”. Forse.

La vera differenza infatti non è tanto tra foresta e cemento, quanto tra un’area boschiva lasciata avanzare in maniera incontrollata e abbandonata a se stessa e una gestita in maniera responsabile: quest’ultima infatti, al contrario della prima, gode generalmente di uno stato di salute migliore; genera lavoro, turismo e occupazione, con benefici ambientali, sociali ed economici per tutto il territorio.

L’Italia purtroppo, da questo punto di vista, ha ancora molta strada da fare: mancano politiche generali e lungimiranti di gestione delle foreste ed, in generale, una cultura delle foreste che riconosca il valore di questo settore. Questo porta spesso a situazioni paradossali: siamo infatti il primo importatore di legna da ardere in Europa (3,5 milioni di tonnellate nel 2013), nonostante il nostro sia un Paese molto più forestale di Francia ed Inghilterra. Un quadro singolare, di cui però si intravede un'evoluzione: vengono infatti realizzati tavoli di lavoro, conferenze, studi e - auspichiamo a breve - una Direzione Foreste presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).

Come FSC Italia lavoriamo ogni giorno con aziende, associazioni, scuole e cittadini per promuovere una gestione e una cultura forestale positive e responsabili, partendo da un unico, oggettivo dato: le foreste e i loro prodotti sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Ecco perché dovremmo tutti lavorare per valorizzare il nostro patrimonio boschivo: durante la Giornata Nazionale degli Alberi, e nei restanti 364 giorni che compongono l’anno.