Con ‘settore forestale’ ci si riferisce solitamente all'insieme delle attività economiche legate alla gestione, alla conservazione e all’utilizzo delle risorse forestali; comprende tutte le operazioni che riguardano questo ambito, dalla gestione attiva alla raccolta del legname, fino alla trasformazione del legno e alla produzione di altri prodotti derivati come carta, biomassa e resine.

Se guardiamo alle foreste, l'UE conta oggi 160 milioni di ettari (sono esclusi da questo calcolo altri terreni boscati); in termini relativi, ciò significa che le foreste coprono il 39% della superficie del Continente, con un aumento di circa 8,3 milioni di ettari (+5,5%) rispetto al 2000. L’industria forestale rimane un settore fondamentale per l'economia di molti Paesi europei, non solo in termini di produzione di legname ma anche come fonte di occupazione e di contributo alla sostenibilità ambientale. Secondo quanto si apprende dall’aggiornamento a Dicembre 2024 del report Eurostat, il valore aggiunto lordo (Gross Value Added, GVA) dell'industria forestale e del legname nell'Unione Europea ha raggiunto i 27,9 miliardi di euro nel 2022, con un +13% rispetto all'anno precedente. Questo dato evidenzia la rilevanza di un settore che sta vivendo un momento di crescita, nonostante le sfide globali, tra cui il cambiamento climatico e la pressione crescente per pratiche più sostenibili.

Alcuni Stati hanno registrato performance particolarmente interessanti: Finlandia, Francia e Germania sono i principali attori del settore, con la Finlandia che guida la classifica in termini di valore aggiunto lordo, raggiungendo 4,4 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 3,9 miliardi di euro e dalla Germania con 3,2 miliardi. Nel complesso, l'industria forestale in Europa continua ad essere responsabile di una quota rilevante della creazione di valore nelle economie dei Paesi nordici europei, ma anche in quelli centrali.

Guardando alle statistiche sull’occupazione, circa 476.260 persone sono oggi impiegate nel settore, con una leggera flessione rispetto al 2000; ciononostante, quello forestale rimane un pilastro fondamentale per numerose economie, in particolare quelle di Finlandia, Svezia e Austria. Il maggior numero di lavoratori nel settore forestale è registrato in Svezia (61.000 persone), seguito dalla Romania (53.900) e dalla Germania (42.000).

 

Foreste e industria forestale in Italia

 

Alcuni dati sull’Italia

Pur non essendo ai livelli di Paesi come la Finlandia, l'industria forestale italiana gioca un ruolo importante nell’economia nazionale, anche se continua a dipendere fortemente dall’import di materia prima: nonostante la buona copertura forestale (40%), l'Italia risulta ancor oggi un grande importatore netto di risorse forestali (3,2 milioni m3/anno di legname grezzo, secondo uno studio di Fondazione Symbola). Sempre secondo dati Eurostat, il legno proviene principalmente da Paesi vicini come la Germania, che è uno dei maggiori esportatori di legname in Europa, e da altre nazioni europee, come la Francia e l'Austria.

Il settore della lavorazione del legno e produzione di prodotti derivati rimane uno degli asset strategici dell’economia del Belpaese, con un valore nel 2024 stimato da Federlegno in 51,6 miliardi di euro; resta tuttavia dominato dalla piccola e media impresa, che spesso fatica a competere con i grandi produttori internazionali.

Per quanto riguarda l’occupazione, in controtendenza rispetto ai dati europei, il numero degli occupati nell’industria forestale italiana sono aumentati dal 2022, passando da circa 20.400 a quasi 32.000 unità. Se guardiamo però al tasso di produttività, che rapporta numero di persone impiegate e valore aggiunto lordo prodotto, questo dato si assottiglia (70.9) riavvicinandosi alla media europea (58.5) e allontanandoci nuovamente da Paesi come Francia (131.5) e soprattutto Finlandia (203.8).