Dagli Anni 50 del secolo scorso questa risorsa è cresciuta, andando ad occupare le aree montane e collinari della Penisola che si sono via via spopolate in seguito al boom economico. Secondo le stime più recenti, in Italia esistono oggi circa 11 milioni di ettari di boschi, pari al 36,7% del nostro territorio (o, per fare un paragone più vicino a noi, a 15 milioni e 400 mila campi da calcio). Anche se questa espansione può essere utile per ripristinare processi ecologici fondamentali e ricostituire ecosistemi funzionanti, allo stesso tempo ci racconta di un Paese in cui solo il 18% delle aree forestali è effettivamente gestito, ovvero gode di piani di gestione, necessari per garantire la sopravvivenza degli habitat, ma anche per sostenere la filiera del legno.

Gli effetti del cambiamento climatico stanno inoltre dimostrando la fragilità dei nostri territori, con violente piogge, inondazioni, frane; ciò impone una riflessione su come abbiamo gestito e - soprattutto - come vorremo gestire queste aree nei prossimi decenni, rendendole più resilienti e capaci di mitigare gli impatti negativi di eventi meteorologici sempre più imprevedibili e distruttivi. Con la loro capacità di evitare l’erosione del suolo e assicurare i versanti, gli alberi sono tra i migliori alleati naturali che possiamo avere.

Non solo: le proiezioni ci dicono che, entro il 2050, 7 persone su 10 abiteranno nelle città. Ciò impone una seria riflessione e strategie di mitigazione per quanto riguarda inquinanti, rifiuti ed emissioni. Anche qui gli alberi possono giocare un ruolo fondamentale, ad esempio convertendo la CO2 in ossigeno grazie alla fotosintesi; prevenendo ondate di calore e raffrescando con la loro ombra piazza e viali; trattenendo le polveri sottili nell’aria.

Circa la metà del territorio gestito dal FAI è composto proprio da boschi, in un’ampia varietà: da quelli di conifere dell’Alpe Pedroria a Talamona (SO) e di Monte Fontanasecca sul Massiccio del Grappa, fino ai pini larici giganti della riserva biogenetica di Fallistro nel Parco Nazionale della Sila, passando per boschi di pianura come il castagneto del Castello di Masino: un patrimonio che nelle sue tante tipologie a diverse latitudini riflette, come un piccolo laboratorio a cielo aperto, la stessa complessità forestale nazionale. Per l’attenzione che pone ai boschi italiani e al suo patrimonio boschivo, il FAI è diventato socio di FSC Italia (Forest Stewardship Council® – l’associazione internazionale che stabilisce gli standard di certificazione per la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati). Un traguardo comune tra le due organizzazioni sarà quello di promuovere azioni per la certificazione FSC dei principali boschi del FAI, anche come strumento di valorizzazione della certificazione FSC in Italia.

Il FAI e FSC Italia, inoltre, nella Giornata Internazionale delle Foreste lanciano il loro invito ad attuare, migliorare e promuovere, accanto alla tutela, anche la gestione attiva, responsabile e sostenibile dei boschi, per una piena valorizzazione di questo patrimonio. È un percorso che promette benefici non solo per l’ambiente, ma anche per il futuro delle nostre comunità: non contribuisce solo alla conservazione della biodiversità e alla protezione del clima, ma anche alla promozione dello sviluppo economico sostenibile e al benessere delle comunità locali. È essenziale adottare politiche e pratiche che favoriscano la conservazione e la gestione sostenibile delle foreste, garantendo che continuino a svolgere il loro ruolo cruciale nella salvaguardia dell'ambiente e nel sostegno alla vita sulla Terra.