Il meeting ha confermato che per FSC è importante continuare ad indagare maggiormente i diversi modelli di gestione e certificazione dei gruppo di piccoli proprietari, anche attraverso l'adattamento degli Indicatori Generici Internazionali (IGIs), di imminente approvazione, e degli strumenti offerti dallo specifico programma dedicato agli Smallholders.

In particolare dovrà essere maggiormente perfezionato, promosso e applicato il sistema di etichettatura pensato specificatamente per i prodotti legnosi certificati FSC provenienti dalla gestione forestale effettuata in maniera esclusiva da piccoli proprietari (SCLO Small and Community Label Option) come affermato da Annah Agasha, Smallholder Support Manager.

I piccoli proprietari si certificano principalmente in gruppo. Ad oggi, ci sono 136 Certificazioni di Gruppo SLIMF (Small or Low-Intensity Managed Forest) e 13 Certificazioni di Gruppo di Piccole Comunità, che rappresentano circa 140.000 piccoli proprietari in tutto il mondo. In confronto, ci sono solo 57 certificazioni singole SLIMF.

Questa notevole quantità di certificazioni assume però caratteristiche diverse a seconda delle peculiarità organizzative e gestionali che possono essere applicate in diversi contesti nazionali: nelle realtà del Nord Europa (così come in Nord America) si incontrano normalmente grandi associazioni di tanti piccoli proprietari che gestiscono ordinariamente la “foresta di famiglia”, valorizzandone il prodotto legnoso attraverso la locale industria del legno o della carta; nel centro-sud Europa e nell’area mediterranea, invece, la frammentazione e la dimensione, mediamente molto ridotta, della proprietà privata rendono molto difficile l’aggregazione e l’organizzazione di una gestione coordinata ed efficiente. Molte volte, inoltre, le tipologie forestali coinvolte non consentono nemmeno di considerare il legname la principale fonte di reddito e impongono di saper valorizzare le foreste da altri punti di vista: quello turistico-ricreativo, quello ambientale, quello di produzione di prodotti non legnosi (frutti, miele, piante aromatiche, ecc.) che sul mercato possono ottenere un riscontro maggiore. Inoltre, nei casi in cui tali “micro-formazioni” siano di proprietà pubblica (notoriamente poco attente alla valorizzazione delle risorse forestali, se non in zone turisticamente strategiche), la necessità di escogitare modelli efficaci e sostenibili di gestione è ancora più importante, per poter competere con la speculazione edilizia o l’uso agricolo del territorio.