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In tutto il mondo, vi è la diffusa idea che il lavoro nella foresta sia troppo fisico o che l'ambiente sia troppo pericoloso per le donne. Questo, per me, è solo un punto di vista arcaico.
Nonostante queste percezioni siano datate, rimane purtroppo un divario significativo tra ciò che le organizzazioni nei Paesi sviluppati offrono in termini di politiche di genere e lo stato di avanzamento nei Paesi in via di sviluppo.
Essendo indonesiana e lavorando in questa area, ho esperienza nel settore forestale di questo Paese. I Paesi in via di sviluppo possono imparare molto dai Paesi sviluppati i cui Governi hanno intrapreso da tempo azioni positive nell'offerta di istruzione, formazione e assistenza alle donne che lavorano.
Svezia e Norvegia, ad esempio, sono stati alcuni dei primi Paesi ad aver discusso di questioni di parità di genere nel settore forestale; ciò li ha portati a politiche riconosciute. In particolare, la Svezia ha creato, a partire dal 1990, diverse reti per rafforzare l'influenza femminile nel settore e aprire canali di comunicazione tra i lavoratori forestali di sesso femminile; lo scopo di queste reti è anche, ovviamente, aumentare la consapevolezza della gestione forestale responsabile.
È chiaro quindi che il cammino che ci attende dovrà concentrarsi su un ampio accesso all'istruzione, alla formazione delle competenze e delle figure professionali, incluse le posizioni di gestione e di leadership; al contrario, una mancanza di accesso per le donne a posizioni dirigenziali significa che opportunità di formazione e di lavoro sono poco visibili. Nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo, in particolare, l'ipotesi dominante è che i lavoratori forestali di sesso femminile potrebbero non essere in grado di eseguire le stesse operazioni (e garantire gli stessi standard) dei loro colleghi maschi.
E mentre la produzione di documenti e strategie di orientamento per affrontare le questioni di parità di genere nel lavoro non risolverà questo tipo di problemi in un batter d’occhio, per contro aiuterà a contrastare miti e stereotipi, con una ripercussione positiva su tutta l'industria. Dopo tutto, il miglioramento delle condizioni generali di lavoro degli operatori forestali - e in particolare delle classi più vulnerabili, come ad esempio donne e giovani - va a beneficio della produttività e la sostenibilità del settore.
La parità di genere trova il suo senso anche negli affari: proprio come gli uomini, le donne infatti hanno molti tratti della personalità da impiegare in sede di mediazione - ed è dimostrato come le donne abbiano migliori doti diplomatiche ed empatiche. Questo può essere un fattore positivo di efficienza, e potrebbe in più invertire il trend negativo degli occupati nel settore.
Dal mio punto di vista, il documento appena rilasciato da FSC dal titolo Promotion of Gender Equality in National Forest Stewardship Standards è un importante passo nella giusta direzione; non perché sia la prima guida ad affrontare la questione ma perché, di fatto, è la più specifica: si tratta di un documento che incoraggia al rispetto della parità di genere nel settore forestale, offrendo strategie specifiche per gruppi per lo sviluppo standard, sindacati e organizzazioni.
Iniziando da qui ad affrontare le questioni di genere [...] la mia speranza è che entro il 2020 l'immagine del settore forestale possa migliorare drasticamente. E a quel punto mi piacerebbe rimanere sorpresa, non tanto dal numero di impiegati nel settore forestale, ma dal livello di attuazione delle strategie di piena parità di genere.
