Le foreste continuano a svolgere un ruolo vitale nella regolazione del clima, nella conservazione della biodiversità e nel sostentamento di milioni di persone. Tuttavia, senza un'azione concertata e sostenuta, i progressi potrebbero essere vanificati dalle crescenti minacce legate al cambiamento climatico, alla deforestazione e alla perdita di biodiversità.
È questa l’analisi che emerge dal State of the World’s Forests (SOFO) 2024 della FAO, che sottolinea l’urgenza di una sempre maggiore e diffusa gestione forestale sostenibile supportata da innovazioni tecnologiche, finanziamenti adeguati e una governance efficace, per garantire che le foreste possano continuare a fornire i loro innumerevoli benefici per le generazioni future.
Negli ultimi decenni, le foreste del mondo hanno subito cambiamenti significativi, sia in termini di estensione che di qualità: la deforestazione globale, sebbene abbia subito un rallentamento, rimane una delle principali preoccupazioni a livello ambientale. Dal 2010 al 2023 infatti, il tasso di deforestazione è diminuito da 10 milioni di ettari all'anno a circa 7,8 milioni di ettari all'anno. Questo declino è dovuto principalmente agli sforzi concertati in diverse regioni, in particolare in America Latina e Sud-Est Asiatico, dove sono state implementate politiche più rigorose e programmi di riforestazione.
Tuttavia, continua a pesare la perdita netta di foreste (ossia la somma di deforestazione e nuove foreste in un dato periodo), in particolare nelle regioni tropicali, dove la conversione di queste aree in terreni agricoli rimane una pratica molto diffusa. Le foreste tropicali, che ospitano una biodiversità straordinaria, sono così tra le più vulnerabili e continuano a essere distrutte a ritmi allarmanti, soprattutto per la produzione di prodotti come olio di palma, soia e carne bovina.
Il ruolo del cambiamento climatico
Anche il cambiamento climatico emerge sempre più come un fattore chiave che influenza lo stato delle foreste mondiali: le foreste, pur essendo fondamentali nella mitigazione dei cambiamenti climatici grazie alla loro capacità di sequestrare il carbonio, sono allo stesso tempo vulnerabili ai loro effetti. L’aumento delle temperature globali e l'alterazione dei modelli di precipitazioni, tra le più dirette ed evidenti conseguenze del surriscaldamento globale, stanno esacerbando la frequenza e l'intensità di eventi atmosferici estremi come incendi forestali, attacchi parassitari e altre malattie.
Nel 2023 ad esempio, gli incendi forestali hanno raggiunto livelli senza precedenti, con vaste aree di foreste boreali in Siberia e Canada distrutte da fuochi che bruciano più a lungo ed in profondità. Questi eventi non solo distruggono vaste aree di foresta, ma rilasciano anche grandi quantità di CO₂ nell'atmosfera, contribuendo ulteriormente al riscaldamento globale. Come si legge nel rapporto FAO, gli incendi nel 2023 hanno emesso circa 6,7 miliardi di tonnellate di CO₂, un quantitativo che equivale a più del doppio delle emissioni annuali da fonti fossili dell'Unione Europea.
E ancora: temperature più calde e condizioni di stress idrico hanno reso gli alberi meno resistenti, facilitando la diffusione di nuove specie invasive come il nematode del legno di pino (Bursaphelenchus xylophilus), che hanno devastato intere foreste in Asia e in Europa.
Gestione forestale ed innovazione a servizio di ambiente e persone
Il concetto di gestione forestale sostenibile è al centro delle raccomandazioni contenute nel rapporto SOFO, e anzi FAO sottolinea l'importanza di un approccio olistico che tenga conto delle esigenze economiche, sociali e ambientali. Gestione sostenibile non significa infatti solo proteggere gli alberi, ma anche garantire che le comunità locali possano beneficiare delle risorse forestali in modo equo e continuativo.
Come è possibile? In Costa Rica, ad esempio, politiche di riforestazione e di pagamento per i servizi ecosistemici hanno portato a un aumento della copertura forestale del 26% negli ultimi 30 anni, mentre in Vietnam programmi di gestione hanno portato il Paese ad essere tra i leader mondiali nella rigenerazione forestale.
Servono tuttavia innovazioni e cambiamento: si raccomanda per questo l'adozione di tecnologie avanzate come il telerilevamento e l'intelligenza artificiale per monitorare le foreste in tempo reale e migliorare la gestione delle risorse. Ma l’innovazione deve espandersi poi anche in campo sociale, politico e istituzionale, sviluppando “[...] soluzioni guidate a livello locale, la promozione di partenariati multilaterali e approcci intersettoriali nelle politiche e nella pianificazione dell’uso del territorio e il sostegno alle cooperative per aumentare il potere contrattuale dei piccoli proprietari”.
Va da sè che il fattore finanziario gioca un ruolo determinante, dal momento che la lotta alla deforestazione e la conservazione hanno bisogno continuo di fondi: uno studio della Energy Transitions Commission, una coalizione globale di leader provenienti da tutto il panorama della produzione di energia, ha calcolato che potrebbero volerci fino a 130 miliardi all’anno per porre fine alla deforestazione entro la fine di questo decennio. Al momento invece i finanziamenti nazionali e internazionali per proteggere le foreste ammontano a 2-3 miliardi di dollari l’anno.