“Un obiettivo generale di ripristino della natura nel lungo periodo, nelle zone terrestri e marine dell’UE, con obiettivi vincolanti e specifici per habitat e specie”: è così che viene definita sul sito della Commissione Europea questa storica iniziativa. Un vero e proprio spartiacque, soprattuto se si considera che il Vecchio Continente sta affrontando un periodo turbolento, con un forte declino della biodiversità e degli habitat - da una parte - e le proteste di agricoltori ed altre categorie che si sono estese di settimana in settimana - dall’altra.

Su questo punto Pascal Canfin, Presidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare UE e tra i promotori dell’iniziativa, ha commentato ai microfoni di France24 “Se abbiamo vinto la battaglia per la legge sul ripristino della natura, è perché una parte della destra europea ha saputo resistere all’alleanza con il populismo antiecologico dell’estrema destra, e ai molteplici attacchi falsi e fuorvianti a questo testo”.

Parte fondamentale della strategia europea per la conservazione della biodiversità, la Nature Restoration Law è stata inizialmente adottata dalla Commissione a Giugno 2022 e preceduta (Dicembre 2020 - Settembre 2021) da una serie di consultazioni pubbliche e workshop per discutere con i portatori di interesse obiettivi e impatti su società, ambiente ed economia.

 

Perchè Nature Restoration Law

 

Ma quali sono gli obiettivi della Nature Restoration Law e perché sono così importanti? Il testo  parte da una serie di dati allarmanti: oltre l’80% degli habitat naturali europei si trova infatti in cattivo stato di conservazione una su tre delle famiglie di insetti e impollinatori come farfalle e api è oggi in declino. Il 70% dei suoli è poi in pessime condizioni e nell’ultimo decennio il 71% delle popolazioni di pesci e il 60% di anfibi hanno subito una forte contrazione.

Il nuovo documento si articola quindi su una serie di obiettivi specifici che arrestino parzialmente (entro il 2030) e poi totalmente (entro il 2050) questo degrado, attraverso una serie di azioni specifiche:

 

  • monitoraggio e ripristino degli habitat ricchi di biodiversità su vasta scala, unito al rafforzamento delle popolazioni di ogni specie attraverso l'ampliamento e il miglioramento dei loro habitat, come zone umide, foreste, praterie, fiumi e laghi, ambienti rocciosi e dune;
  • stop al declino delle popolazioni di insetti impollinatori entro il 2030, promuovendo sistemi per la conservazione e monitoraggio regolari;
  • aumento del legno morto (necromassa) in piedi e a terra, e gestione delle foreste in modo da ricreare ambienti diversi e in connessione tra loro. A questo si aggiunge la conservazione di habitat per tutte le specie forestali e l'aumento delle riserve e della capacità di stock di carbonio organico in questi ecosistemi;
  • lotta alla perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, e incremento della superficie totale coperta da tali spazi entro il 2040 e il 2050;
  • aumento delle popolazioni di insetti nelle praterie e di uccelli nei terreni agricoli, nonché degli stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e della percentuale di terreni agricoli caratterizzati da una elevata diversità paesaggistica. A ciò si accompagna il ripristino delle torbiere ridotte o eliminate per fini agricoli;
  • rispetto e protezione di habitat marini cruciali come le praterie di fanerogame (tra le più conosciute la Posidonia oceanica, endemica del bacino del Mediterraneo e considerata fondamentale per la vita nei mari) o gli ambienti di sedimentazione, sui quali possono vivere diversi organismi di tipo vegetale e animale. Queste azioni contribuiscono a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e a recuperare gli habitat di specie marine fondamentali come delfini e focene, squali e uccelli marini;
  • identificazione e rimozione delle barriere che ostacolano la connettività delle acque di superficie, al fine di ripristinare allo stato di libero flusso almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030.

Ancorché molto ambiziosa e di lungo respiro, nelle intenzioni dei suoi promotori questa legge non mira a solo ripristinare la natura “per il bene stesso della natura”: come ha affermato il Commissario europeo all’ambiente, Virginijus Sinkevičius, si tratta anche di garantire un ambiente resiliente ed abitabile “in cui sia assicurato il benessere delle generazioni attuali e future”.

Non sono mancati tuttavia i tentativi di fermare - o addirittura affossare - questa iniziativa: con il rumore delle proteste degli agricoltori e dei loro trattori a bloccare il traffico, piazze e sedi istituzionali ancora nelle orecchie, il deputato rumeno del PPE (il principale partito popolare europeo di centrodestra) Siegfried Mureșan ha fatto sapere che non c’è necessità di nuove e maggiori forme di burocrazia e obblighi di rendicontazione per gli agricoltori, aggiungendo “lasciamo fare agli agricoltori il proprio lavoro”.

Ed ora?

La legge dovrebbe ora essere adottata dal Consiglio prima della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Entrerà ufficialmente in forze a 20 giorni da questa data.

I Paesi dell'Unione Europea avranno quindi due anni per presentare alla Commissione i piani nazionali di ripristino, dettagliando le strategie e le modalità per raggiungere gli obiettivi stabiliti. I piani nazionali saranno soggetti a monitoraggio e i progressi dovranno essere comunicati regolarmente per una valutazione tecnica periodica da parte dall'Agenzia europea per l’ambiente (European Environmental Agency, EEA).

Dal canto suo, la Commissione dovrà rendere conto dell'attuazione della legge sul ripristino della natura al Parlamento europeo e al Consiglio.