Foreste e alberi sono da sempre al centro del dibattito pubblico, e il loro ruolo fondamentale viene spesso sottolineato in relazione a problemi come la deforestazione, climate change e - ultimamente - la perdita di biodiversità e le pandemie. Non è un segreto quindi che le aspettative attorno a queste aree siano elevate, e che la nostra dipendenza per la fornitura di prodotti e servizi sia sempre più accentuata.

Ma quanto sappiamo delle foreste in Europa e a cosa le associamo? Sono splendidi posti dove passare il nostro tempo e rilassarci, oppure il lascito che vogliamo conservare per le generazioni a venire? Sono un rifugio per la biodiversità o uno strumento efficace di assorbimento del carbonio? O tutte queste cose insieme?

Key questions on forests in the EU raccoglie elaborazioni di dati ed informazioni attorno a 12 delle domande più comuni sulle foreste, nel tentativo di informare un vasto ed eterogeneo pubblico interessato ai numerosi contributi nella nostra vita quotidiana come nel raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Green Deal e in altri documenti programmatici dell’UE.

Key questions on forests in the EU

Scopriamo così che le foreste in Europa coprono oggi 159 milioni di ettari (circa il 40% dell’intera superficie), hanno assistito a importanti cambiamenti nel tempo, e che a secoli di espansione delle aree agricole e sovrasfruttamento delle risorse, nel XIX Secolo è corrisposta un’inversione di tendenza. Altro fatto forse poco conosciuto è che il 60% della superficie forestale europea è di proprietà privata mentre il 40% è di proprietà pubblica, e che quasi il 90% delle aziende forestali private hanno un’estensione inferiore a 10 ettari.

E per quanto riguarda la gestione? La maggior parte delle foreste nell'UE (85%) è impiegata per scopi produttivi come la fornitura di legname; il settore vede attive quasi 400.000 imprese, che con l’indotto danno lavoro al 9% della forza lavoro europea, per un valore di circa 23 miliardi di euro ogni anno.

Il report infine evidenzia come la crisi climatica e gli eventi estremi associati stiano già influenzando la crescita e la stabilità delle foreste nel nostro Continente: i dati ci riportano infatti un maggior tasso di crescita delle foreste nelle aree settentrionali e ad altitudini più elevate, mentre segnalano un decremento di specie come l'abete rosso e il faggio in Paesi come Slovacchia e Belgio. Le conseguenze di queste ‘migrazioni’ potrebbero a loro volta modificare fattori come produttività, habitat ed eventi estremi.