Ogni anno, le fiamme minacciano ecosistemi, vite umane, biodiversità e intere economie locali, e l’estate 2025 si sta confermando una delle più critiche per il nostro Continente, con un bilancio già pesante in termini di ettari bruciati e un impatto ambientale destinato a durare nel tempo. 

Secondo i dati forniti dal Joint Research Centre (JRC), la stagione degli incendi in foresta nel 2025 sta purtroppo superando le previsioni, con un numero significativo di fuochi censiti (1.250) ed ettari bruciati (237.153 al momento. Questo valore è superiore alla media di 131.280 ettari registrata in questo periodo dell'anno negli ultimi 19 anni). E il trend non accenna a diminuire.

Le elaborazioni JRC si basano sulle informazioni dello European Forest Fire Information System (EFFIS), che supporta i servizi preposti alla protezione delle foreste dagli incendi, sia nell’UE che nei Paesi limitrofi, e fornisce alla Commissione europea e al Parlamento europeo informazioni aggiornate e affidabili sugli incendi boschivi in Europa. Complessivamente, nei primi mesi del 2025 il Vecchio Continente ha già visto un incremento  nel numero di incendi forestali rispetto al 2024: i Paesi più colpiti includono la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Italia e la Francia, ma anche il sud della Germania e le regioni settentrionali come la Finlandia e la Svezia hanno registrato numeri preoccupanti.

 

Current wildfire situation in Europe July 2025

 

Giugno e Luglio hanno visto condizioni generali di alta criticità, con temperature superiori alla media stagionale e una persistente scarsità di precipitazioni. Il bollettino climatico del Copernicus Climate Change Service (C3S), uno dei servizi tematici forniti dal programma Copernicus dell'Unione Europea, ha rilevato ad esempio che Giugno 2025 è stato il terzo più caldo mai registrato a livello globale - il quinto, se ci fermiamo alla sola Europa. Le intense ondate di calore, aggravate dalle elevate temperature della superficie del mare nel Mediterraneo occidentale, hanno causato un “stress termico molto forte” in gran parte dell'Europa occidentale e meridionale. Siccità e venti forti hanno ulteriormente facilitato la propagazione dei focolai.

Quando parliamo di incendi però non ci riferiamo soltanto alla distruzione di vaste aree forestali e alla perdita di habitat naturali fondamentali per la biodiversità. Si tratta piuttosto di disastri complessi e sistemici, che colpiscono in profondità i territori: evacuazioni forzate, case e infrastrutture distrutte, mezzi di sussistenza perduti, filiere interrotte e danni economici (2 miliardi di euro all’anno, secondo dati dell’EU Science Hub). Ma non solo: è interessante notare come gli incendi ci allontanino anche sempre più dagli obiettivi net zero. Sempre nei primi mesi del 2025, le emissioni legate a fuochi in foresta in Europa sono state di 8.24 Mt - circa la metà delle emissioni prodotte in un anno da una città come Varsavia. E anche se il contributo alle emissioni totali è modesto (circa 1.9 %), le incertezze rimangono molto elevate.

 

Gestione vs contenimento

Tutti gli esperti concordano sulla necessità di adottare un approccio preventivo, piuttosto che emergenziale: i territori caratterizzati da una gestione forestale attiva e continuativa risultano infatti significativamente meno vulnerabili agli effetti devastanti degli incendi boschivi, anche in presenza di condizioni climatiche estreme o di elevata infiammabilità della vegetazione. 

A confermarlo è anche una ricerca condotta nel 2023 da un gruppo di studiosi italiani, con il contributo di FSC Italia, pubblicata sulla rivista scientifica Science of the Total Environment.

Lo studio ha esaminato in modo approfondito i principali fattori che influenzano l’insorgenza e la propagazione degli incendi, tra cui il clima, gli eventi meteorologici estremi, il livello di infiammabilità del territorio e le dinamiche socio-economiche, come i cambiamenti nell’uso del suolo e le politiche di gestione ambientale. 

I risultati mettono in luce l’importanza cruciale di una pianificazione forestale integrata e sostenibile, capace di ridurre il rischio di incendi non solo in termini di prevenzione, ma anche di resilienza degli ecosistemi e delle comunità locali. La ricerca sottolinea inoltre come la mancanza di gestione — o una gestione discontinua — aumenti drasticamente l’esposizione al rischio, trasformando boschi abbandonati o trascurati in potenziali focolai di propagazione del fuoco.