Per utilizzare materiale “controllato”, alle Aziende viene richiesto di rispettare i requisiti dello standard di Catena di Custodia (FSC-STD-40-004) e di approvvigionamento del Legno Controllato2 (FSC-STD-40-005), di cui recentemente è stata approvata e rilasciata una nuova versione. Secondo il quadro normativo FSC, un’Azienda può utilizzare Legno Controllato quando questo sia stato acquistato da un'altra azienda certificata FSC, che lo vende come tale. Diversamente, il materiale deve provenire da un’area ricompresa in un’Analisi Nazionale del Rischio, ossia sottoposta ad una valutazione del livello di rischio per ciascuna delle cinque categorie del Legno Controllato (Controlled Wood, CW). Dall’analisi può emergere un livello di rischio basso (e perciò trascurabile), che permette l’approvvigionamento e l’utilizzo di tale materiale, oppure un rischio specificato, che invece obbliga l’azienda ad intraprendere specifiche misure di controllo e mitigazione del rischio stesso.

L’obiettivo dell’Analisi del Rischio per la Categoria 3 del Legno Controllato è quello di escludere l’approvvigionamento di legname da aree dove le attività di taglio costituiscano una minaccia per gli Alti Valori di Conservazione (High Conservation Values, HCV) presenti. Questi, in particolare, si dividono in sei sotto-categorie:

L’analisi del rischio connesso agli HCV nel contesto italiano sarà condotta da ETIFOR Srl, spin-off dell’Università degli Studi di Padova già coinvolto – insieme a consulenti internazionali e con il coordinamento di FSC Internazionale – nella valutazione delle categorie CW 1 (legno illegale), 4 (conversioni) e 5 (alberi geneticamente modificati).

Così facendo, sarà dunque possibile garantire coerenza ed efficacia nell’analisi di una delle categorie più significative per il contesto forestale italiano: la varietà delle condizioni ecologiche locali, dei regimi di proprietà, degli obiettivi gestionali, comporta infatti un’attenzione sempre crescente alla tutela della biodiversità; alla regolazione del ciclo dell’acqua; alla prevenzione dell’erosione; ai servizi offerti dagli ecosistemi forestali ed alla qualità del paesaggio.

La raccolta dei dati e delle evidenze oggettive porterà all’identificazione delle aree dove il rischio nell’approvvigionamento di Legno Controllato è basso; per l’approvvigionamento da aree dove il rischio risulterà più alto (ossia specificato), invece, verranno indicate le misure di controllo e mitigazione del rischio, che le Aziende dovranno adottare e ricomprendere nel proprio Sistema di Dovuta Diligenza.

Successivamente alla revisione dal Gruppo di Lavoro Nazionale, l’analisi del rischio sarà sottoposta ad una fase di consultazione pubblica, che si protrarrà per almeno 60 giorni. Per maggiori informazioni e per contribuire attivamente al processo di sviluppo della Valutazione Nazionale del Rischio per il Legno Controllato scrivere a i.dallavecchia@it.fsc.org