
La sughereta sperimentale, situata nel comune di Tempio Pausania (SS), copre una superficie di circa 67 ettari, in buona parte popolata da quercia da sughero (Quercus suber L.) mista a roverella (Quercus pubescens Willd), e si presenta in molteplici forme, passando da tipologie di bosco a struttura complessa ad altre dove risulta ancora evidente la semplificazione dovuta al precedente utilizzo agronomico di queste aree. Il modello di gestione della sughereta, il più possibile vicino alla naturalità, è quello della fustaia disetanea, che assicura la copertura continua del suolo e permette la rinnovazione naturale.
All’interno della sughereta è individuabile una superficie denominata “Bosco Naturale”, un’area di 1 ettaro lasciata a libera evoluzione naturale dal 1960 e priva quindi qualsiasi tipo di attività di gestione, come quelle finalizzate al diradamento e al controllo delle specie invadenti. Ad oggi, questa parte della sughereta è caratterizzata da una presenza rilevante dell’orniello (Fraxinus ornus L.), che ha preso il sopravvento sul resto delle specie presenti.
Al fine di valorizzare gli sforzi compiuti e sotto la spinta di WWF Italia, nel 2005 la sughereta Cusseddu – Miali – Parapinta, ha raggiunto, primo caso in tutto il mondo, la certificazione FSC. “Tra gli elementi più rilevanti legati alla certificazione vi è sicuramente l’adozione di un piano di gestione forestale che al momento, secondo la legge forestale regionale, non è obbligatorio” ci dice Ruiu. Il piano di gestione è uno documento fondamentale, uno strumento in continuo divenire dove fissare la programmazione a medio e lungo termine delle attività di gestione e gli interventi straordinari, come quelli relativi al recupero dell’area dopo eventi atmosferici estremi come incendi o nevicate. “L’altro aspetto importante è invece l’impulso alla gestione di tipo naturalistico, che sostiene attività di tutela e valorizzazione della biodiversità animale e vegetale”, continua Ruiu: ad oggi infatti, il 66% delle specie di mammiferi presenti in Sardegna frequenta in maniera più o meno stabile l’area, e si contano più di 420 specie vegetali, 42 specie di uccelli e più di 200 specie fungine.
Questi impatti positivi, legati alla salvaguardia della risorsa boschiva, si traducono in una maggiore valorizzazione del prodotto: nel 2010 è stata effettuata la decortica della sughereta, con la produzione di circa 1.500 quintali di sughero certificato FSC, acquistati da un’industria locale e trasformati in tappi, anch’essi certificati. I criteri di gestione responsabile dell’area hanno posto inoltre le basi per la nascita di molte altre attività collaterali, tra cui l’apicoltura, l’allevamento di bestiame allo stato brado e la raccolta di funghi ed erbe officinali.
“Con oltre 300.000 tonnellate di materia prodotta ogni anno nel bacino del Mediterraneo, il sughero è l’ “oro verde” della nostra economia. Grazie a questa risorsa, abbiamo la possibilità di rispondere al crescente interesse economico, valorizzando allo stesso tempo la componente naturalistica degli ambienti forestali. Le modeste dimensioni e la frammentazione delle aree boschive nel nostro Paese rendono a volte difficile l’attuazione di modelli di gestione sostenibile e ad ampio raggio” prosegue Ruiu, che aggiunge “Ecco quindi che dobbiamo impegnarci affinché proprietà pubbliche e private si organizzino in gruppi ed associazioni di proprietari. Regioni come Sardegna, Toscana e Sicilia” conclude “hanno l’opportunità di entrare da protagoniste nel mercato di un prodotto a connotazione mediterranea come il sughero e, grazie alla certificazione di gestione forestale responsabile FSC, rendergli il riconoscimento internazionale che merita”.