Un'immensa distesa verde: così si presentava la Pianura Padana fino al secolo scorso, prima che espansione urbana, bonifiche e conversione agricola trasformassero questo mare verde in una serie di isole, molto spesso troppo piccole per essere gestite e quindi destinate all’abbandono e all’incuria. Dalla volontà di riattivare la gestione di queste aree è nata nel 2002 l’Associazione Forestale di Pianura, prima associazione tra proprietari di boschi di pianura creata per la gestione efficiente, responsabile e coordinata delle risorse forestali di pianura.

I soggetti coinvolti finora in questo progetto sono 8 (Comuni di Caorle, Concordia Sagittaria, Eraclea, Quarto d’Altino, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza e Torre di Mosto) e grazie alla forma associazionistica mirano a una gestione integrata dei boschi, agevolando i Soci nell’accesso a fondi, investimenti e contributi; aumentando le prospettive di mercato per i prodotti e servizi forestali e organizzando le attività all’interno delle varie proprietà attraverso un piano di gestione forestale decennale (2016-2025).

I 20 boschi gestiti dall’Associazione sono costituiti per il 40% da fustaie mature, testimonianza degli ultimi relitti dell’antica foresta della Serenissima e per il 60% da recenti impianti localizzati in aree agricole derivanti dagli antichi siti forestali ora riportati alla loro vocazione originaria. Le tipologie più frequenti sono il querco-carpineto planiziale e le formazioni litorali, caratterizzate da rimboschimenti di pino marittimo e nero consociati con leccio, pioppo e salice.

Grazie al Fondo Piccoli Proprietari messo a disposizione da FSC International, da ottobre 2016 queste aree sono certificate FSC per la Gestione Forestale: “Abbiamo deciso di puntare su un approccio innovativo, ciò significa riconsegnare al territorio boschi e aree verdi che non verranno impiegati per la produzione di legname” afferma Pellizzon “ma per l’erogazione di servizi e funzioni che vanno dalla prevenzione del dissesto idrogeologico, alla ricarica delle falde acquifere, alla fissazione del carbonio, agli aspetti turistico-ricreativi”.

Tra i requisiti promossi dalla gestione forestale responsabile vi sono la protezione e il mantenimento dei servizi ecosistemici, attraverso incentivi che spingano i proprietari forestali verso la buona gestione di boschi e foreste e creino un valore aggiunto per coloro che già applicano questi principi. In questo modo, i gestori forestali possono dimostrare l’impatto delle proprie attività sui servizi ecosistemici.

L’esperienza di AFP dimostra che anche i boschi di pianura possono quindi sostenersi economicamente e creare opportunità. “Con 2.9 milioni di turisti che ogni anno attraversano queste aree, i boschi rappresentano un punto fondamentale dell’offerta green del territorio, in grado di valorizzare le località balneari come l’entroterra” conferma Pellizzon.

“I presupposti ci sono tutti” conclude “Abbiamo la risorsa, abbiamo le aziende interessate, abbiamo i fruitori del servizio: dobbiamo lavorare per affinare le sinergie e le partnership sul territorio, trovando il modo per rendere quello di AFP un modello esportabile in altre aree della Penisola. E credo che la riconoscibilità di un marchio internazionale di buona gestione come FSC possa giocare a nostro favore”.