
Non è un mistero: gli alberi hanno innumerevoli funzioni e un’immensa importanza ecologica: definiscono e formano i principali componenti strutturali degli ecosistemi terrestri; svolgono un ruolo importante nei processi biogeochimici, influenzando la produzione del suolo, i cicli idrologici, dei nutrienti e del carbonio, nonché il clima globale. Le foreste inoltre contengono circa il 50% degli stock globali di carbonio e oltre il 75% dell'acqua dolce accessibile del mondo è ottenuta da bacini forestali.
Negli ultimi decenni, tuttavia, si sono verificati una serie di eventi di disturbo importanti e su larga scala, a partire dagli effetti del cambiamento climatico, passando per gli incendi senza precedenti che hanno colpito California, Australia meridionale, Indonesia e Amazzonia. Allo stesso tempo, siccità, stress idrico e aumento dell'incidenza di parassiti e malattie stanno causando alta mortalità. Non ultimi, tagli illegali (tra il 15% e 30% del prelievo mondiale, per un giro d’affari che vale dai 50 ai 150 miliardi di dollari l'anno) e degrado stanno mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza degli ecosistemi naturali.
Secondo le statistiche, sono da considerarsi non minacciate 24.255 specie di alberi e piante nel mondo (41.5%) e solo lo 0.2% del totale è attualmente classificato come estinto. Il 29,9% è invece considerato minacciato - la percentuale sale a 36,8% se comprendiamo nella categoria anche le specie ‘possibile threatened’. Questo dato è creato presupponendo peraltro che tutte le specie per cui attualmente i dati mancano o sono deficitari (il 13.2% del totale) siano classificate come ‘non minacciate’; ciò porta a pensare che la situazione potrebbe essere potenzialmente più grave di quella raccontata dallo studio stesso.
Tra le aree che più soffrono troviamo l’America centrale e il Sudamerica, l’Africa subsahariana, e la zona compresa tra l’India e la Malesia. Se mettiamo in relazione ricchezza arborea presente e numero di specie in pericolo in un determinato territorio, il triste primato spetta a Paesi come Brasile e Madagascar. “Sfortunatamente, molte persone continuano a vedere gli alberi principalmente come una fonte di legno […] Questo, sommato a pratiche agricole distruttive, porta alla scomparsa delle foreste in tutto il mondo, alla sostituzione delle specie "non produttive" con specie arboree a crescita rapida e all'impoverimento della diversità” è il commento di Jean-Christophe Vié, Direttore Generale di Fondation Franklinia, associazione tra gli sponsor del report.
Lo State of the world’s trees permette di combinare informazioni aggiornate sullo stato di conservazione di alberi e piante con le conoscenze sulle azioni necessarie per ridurre le minacce e incoraggiare il recupero delle aree colpite - azioni che passano per un approccio diversificato e che include la pianificazione della conservazione, la protezione in situ, il ripristino, il recupero delle specie e misure di conservazione ex situ. Alla base di un'azione di successo rimangono però l'istruzione, la sensibilizzazione, l'aumento delle capacità tecniche e la gestione sostenibile delle risorse; tutti elementi che vanno considerati necessariamente uniti alle politiche e alla legislazione a sostegno della conservazione della biodiversità.